Siccità e cattiva gestione

La somma terribile di scarsi apporti da precipitazioni e una gestione pessima della risorsa idrica

Ho appena letto un interessantissimo articolo risalente al 8 aprile 2017 e pubblicato on line sul sito web de Il Sole 24 Ore. La pubblicazione è avvenuta in tempi non sospetti, o meglio quando tutti gli altri giornali e mezzi d’informazione ignoravano completamente l’argomento della gestione delle risorse idriche, considerato che non c’era da gridare all’emergenza. L’articolo si intitola La classifica dei capoluoghi che “perdono” più acqua (leggetelo cliccando sul titolo). Vi suggerisco di leggere l’articolo in particolare per capire quale metodo sia stato utilizzato per determinare le perdite di acqua nella rete delle città.

I dati presentati da Il Sole 24 Ore mostrano un paradosso, vediamoli: fra i capoluoghi di provincia Udine risulta essere terzultima per perdite della rete idrica, con il 9,4% di differenza fra acqua immessa in condotta e prelievi autorizzati misurati al rubinetto.

Udine si trova a pochi chilometri da Musi, amena località delle Prealpi Giulie dove la piovosità media è di 3381 mm/anno (dato medio 2001 – 2016. Fonte OSMeR ARPA FVG). Nel celebrato 2014 le precipitazioni su Musi furono in totale di 5406 mm, una quantità di acqua piuttosto interessante, ma anche la media non è per nulla male. Il minimo del 2005 fu pari a 2129 mm.

Ora dovete sapere che l’approvvigionamento idrico di Udine è sempre stato legato alla disponibilità di acqua proveniente dalle Prealpi e in particolare nel bacino montano del Torre. Le prese dell’acquedotto cittadino sono localizzate in pianura e raccolgono l’acqua sotterranea a brevissima distanza da questo torrente, la cui sorgente è a Musi! Chiunque capisca un po’ di idrologia e idrogeologia avrà intuito che l’acquedotto di Udine sia stato alimentato prelevando dalla falda che si forma per dispersione dal Torre, senza trascurare alcune ipotesi su apporti sotterranei dal massiccio carsico del Bernadia e monti limitrofi.

Ebbene, a quanto pare, con tutto sto ben di Dio di acqua, ne perdiamo per strada il 9,4%. A me sembra moltissima, però scorro la lista di capoluoghi di provincia pubblicata da Il Sole 24 Ore e vado a cercare l’altra città che mi interessa: Cagliari. La piovosità di Cagliari è immensamente più bassa rispetto a quella di Udine, ma ovviamente anche in questo caso possiamo considerare le zone montane retrostanti. In questo caso scopro che Cagliari ha una piovosità media per gli anni dal 1922 al 1992 pari a valori fra 435 mm e 485 mm considerando diverse stazioni (fonte dati Sardegna Clima Onlus). I dati pubblicati da ARPA Sardegna per l’annata climatica da ottobre 2015 a settembre 2016 mostrano cumuli totali di precipitazioni inferiori a 1000 mm su tutta l’isola. Vado a cercare Cagliari sull’elenco de Il Sole 24 Ore e scopro che viene stimata una perdita del 58,6%!

Scopro che va meglio a Carbonia con il 30,8% di perdite, ma peggio a Iglesias con il 60,4%. Poi salgo verso Nord e trovo Oristano 54,1%, stesso valore stimato per Nuoro, un po’ meglio va Olbia con 47,8%, ma Sassari ne esce con il 55,2%. Il peggio sembra essere quello che si perde a Tempio Pausania, con il 68,6%! Tempio si piazza seconda a livello italiano dietro alla situazione catastrofica di Frosinone, dove si stimano perdite pari al 71,9%.

Come butta in Sicilia? Si va da un lodevole 15% per Trapani a un preoccupante 53,1% di Messina. Oltre stretto va meglio, con Reggio Calabria che registra perdite del 39,2% mentre la maglia nera calabra spetta a Crotone con il 56,5%.

A me sembra che la situazione sia veramente paradossale, con le regioni a minor piovosità che sono afflitte dalle maggiori perdite lungo la rete di distribuzione, mentre quelle dove l’acqua tutto sommato è abbondante, hanno una migliore efficienza di trasmissione.

A questo si uniscono altri problemi, perché se in Friuli gridiamo all’allarme dopo un paio di settimane senza precipitazioni, questo avviene perché non abbiamo mai pensato di creare un sistema di invasi per trattenere l’acqua delle stagioni piovose. Non usiamo acque superficiali, ma i nostri acquiferi sono ricaricati piuttosto bene. O meglio, venivano ricaricati bene, perché un’analisi dei livelli freatimetrici della pianura friulana suggeriscono un problema relativo agli ultimi due decenni. Ma se la gestione degli acquiferi friulani è motivo di preoccupazione, lo è molto di più la gestione degli invasi e delle reti di distribuzione nelle regioni mediterranee. Il pericolo che si corre è quello di una gestione che continui a provocare consistenti danni agli ecosistemi, comprometta il trasporto solido e dunque l’esistenza delle spiagge, mentre la disponibilità di acqua per i cittadini e le attività produttive diviene sempre minore.

Credo che interventi una tantum a scopo di immagine non possano permetterci di affrontare questa situazione. Serve la pianificazione, una pianificazione relativa ad approvvigionamento, capacità di invaso, gestione dei prelievi e miglioramento della rete di distribuzione, oltre che un miglioramento dell’efficienza nell’uso dell’acqua sia nelle città che nelle campagne. Esistono si i piani di distretto idrografico, piani di gestione e piani di tutela delle acque, ma tutti quelli che conosco presentano (per motivi politici) diverse carenze e parzialità. Si tende ad avere grande rigore dove possono essere “infastiditi” soggetti deboli, mentre si lascia correre di fronte a soggetti forti o comunque fortemente rappresentati. Una pianificazione così non solo non serve, è una falsa coperta che ha l’unico effetto di fornire un’illusione di sicurezza tale da rendere ancora più pericolosa la situazione.

In mancanza di una seria pianificazione integrata, che può richiedere anche misure impopolari, dato l’attuale andamento del clima potremmo trovarci nei guai, molto più di quanto ci dicano i telegiornali oggi. Guai seri evitabili o mitigabili grazie a conoscenza, pianificazione, realizzazione di progetti e vigilanza. Si può fare, sta a noi volerlo.

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Una Risposta to “Siccità e cattiva gestione”

  1. La crisi idrica romana è roba da terzo mondo | Bepo Glace Blog Says:

    […] pensieri e notizie da un piccolo prato « Siccità e cattiva gestione […]

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