Facile parlare

20200325 giorno 15 delle misure di contenimento

10:32

Ho sempre l’impressione che il Governo si stia muovendo con grande timidezza e in modo debole. Molti accusano il PCM Conte di avere sovvertito l’ordinamento democratico, assumendo illecitamente decisioni in modo autonomo, senza interpellare il Parlamento. Pensate che io trovo fin troppo timoroso e debole il PCM Conte.

Nella Costituzione e nelle Leggi dello Stato ci sono gli strumenti che consentono al Governo di agire in stato di necessità e urgenza. Il Governo esercita il potere esecutivo, non quello legislativo, ma anche l’esecutivo richiede di emanare norme. La differenza fra un atto normativo del Governo e uno del Parlamento è che il primo ha una scadenza temporale ben definita, il secondo ha validità indefinita, ovvero fino a quando un’altra legge non lo abrogherà.

Sono un convinto sostenitore della Democrazia e del sistema parlamentare, ma c’è un bel detto sardo che recita “chentu concas, chentu berrittas“. Ovvero, per noi continentali, ogni testa porta il suo cappello e ha una propria idea. Ci sono momenti in cui discutere per trovare la sintesi di cento idee diverse porta a un ritardo disastroso nell’assumere le decisioni. Questo non è il momento di tentennare o procrastinare. Il Governo ha a disposizione alcune teste, gente che sa come funzionano virus ed epidemie, altra gente che sa come funziona il sistema economico e sociale del Paese, ascolti quelli e agisca. Azione!

Il Governo non sa dove sbattere la testa. Si trova di fronte a un paese dove la sanità pubblica è stata depotenziata nel corso degli ultimi decenni. Lo è stato di fatto nelle regioni industriali e ricche, figurarsi in quelle dove girano meno soldi. Non è certo colpa di Conte se questo è accaduto, la responsabilità va attribuita a tutti, dico tutti, coloro che hanno governato durante gli ultimi due decenni, sia a livello centrale che nelle regioni. Non c’è stata una grande differenza fra destra, sinistra, centro. Contestualmente nessuno ha avuto il coraggio e la forza di lavorare veramente sul debito pubblico. Non mi importa che il debito faccia incazzare la Merkel e la Lagarde, il problema è che coi debiti non compri mascherine e ventilatori! Certo, li stiamo comprando, ma facendo altri debiti. E a suon di debiti va tutto in mona, non è mica che un bel giorno ci sveglieremo e il Signore avrà annullato i nostri debiti come noi li annulliamo ai nostri debitori. Anche perché lo Stato italiano non annulla i debiti a nessuno, a parte qualche condono qua e là, quando i pezzi da novanta della finanza e dell’industria iniziano ad avere troppe cartelle esattoriali.

Però stando qui seduto a casa mia, mentre arranco dietro al lavoro, sperando che un giorno qualcuno mi paghi e che il virus non mi raggiunga attraverso le finestre chiuse, mi rendo conto che è facile parlare e sentenziare sull’azione del Governo. Non sono mica io lì a dovere decidere, con un Paese indebitato fino al collo, con i governatori delle Regioni che fanno un po’ come cavolo gli pare, i sindacati che tirano la coperta da una parte, gli industriali che la tirano dall’altra, le borse che sballonzolano facendo la gioia degli speculatori e sto cazzo di virus che è bravissimo a saltare da un ospite all’altro, mentre milioni di persone si lamentano, perché devono stare sul divano esattamente come hanno fatto negli ultimi dieci anni. No, non è facile immagino. Dovrei provare a essere il Presidente del Consiglio dei Ministri in una situazione come quella attuale. 0k, Pesidente Mattarella, ci pensi, io nei prossimi 20 giorni non ho campionamenti da fare, se mi fa governare in videochat è meglio però.

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