Soluzioni nuove

20200407 giorno 28 delle misure di contenimento

09:50

Molti friulani parlano dell’epica ricostruzione post terremoto del 1976, indicando in quel processo la strada da seguire per riavviare le attività produttive, commerciali e professionali dopo il massimo della pandemia.

Chi non impara dalla storia è come un neonato: senza esperienza. Chi pensa di usare la stessa soluzione per due problemi diversi, fallisce. La nostra generazione troverà la soluzione giusta per questa situazione, rimboccandosi le maniche dopo avere pensato.

11:21

Non ho voglia di fare un cazzo! Sul serio. Inizio a soffrire veramente lo stare chiuso in casa, nonostante sia un privilegiato che è uscito il 20 marzo scorso. Sono chiuso in casa da 18 giorni, non sono uscito nemmeno per andare a fare la spesa o per portare fuori la spazzatura. Sono stato rigorosissimo nell’isolamento, come se fossi io il problema. Questo rigore serve, ma adesso non riesco a lavorare. Il mio è un lavoro “di mente”, se il cervello va in casino, non si lavora. Non ho avuto altro da fare in questi 18 giorni ed è come quando corri. Dopo un po’ anche il maratoneta è stanco. Il maratoneta però sa che in totale deve percorrere 42.195 m. Ogni passo che fa lo avvicina al traguardo. Stare chiusi in casa e lavorare ha il difetto di privarci di un traguardo. D’altro canto, non è possibile oggi stabilire quando sarà sensato uscire. Questo dipende dall’andamento della pandemia e dalle misure che adotteremo. Uscire “come prima” temo non sarà possibile per moltissimi mesi. Uscire “si ma”, sarà possibile magari fra un mese. Ma dovremo cambiare abitudini, necessariamente. Indossare tutti i dispositivi di protezione individuale, imparare a proteggere anche gli altri riducendo il nostro impatto microbiologico sull’ambiente, rinunciare a cose come buttarci in 40 tutti dentro un autobus per fare la gita. Però potremo uscire, di questo sono certo. Tutto starà nel farlo nel modo giusto. Un passaggio fondamentale è essere consapevoli della necessità di collaborare per ridurre il rischio. Nessuno di noi sarà esente, ci saranno ancora contagi fra un anno, ne sono convinto, ma oggi andare al supermercato è più rischioso di quanto sarà farlo fra sei mesi. Se qualcuno riuscirà a sviluppare, produrre e distribuire un vaccino, allora potremo ridurre la probabilità di ammalarci talmente tanto da potere fare molte più cose “come prima”.

Ma non tutto. Quello che sta pandemia ci ha insegnato è che siamo stati sprovveduti, non ci avevamo pensato. E’ stato troppo facile per il virus viaggiare attraverso il globo. A nulla valgono le teorie dei complottari disperati, no gente, il problema non è il 5G o la messa in campo di untori professionisti. Andate su due siti molto carini: FlightRadar24 e MarineTraffic. Siamo in in periodo di riduzione estrema del traffico aereo e navale, ma guardate quelle mappe. Ogni icona rappresenta un veicolo, nave o aereo che sia, in viaggio fra luoghi molto lontani fra loro. Ogni veicolo trasporta anche esseri umani, ovvero potenziali colture virali ambulanti. Chiaro?

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