L’inutile

Oggi ho interagito con persone appartenenti a diverse categorie e con idee differenti su come sia fatto il mondo, su come debba essere la società e quale sia il comportamento corretto da tenere per ciascuno di noi.

Non ti voglio annoiare con un resoconto. Sappi che ho trovato sgradevoli molte di queste interazioni.

Un collega due giorni fa mi ha detto “se scrivessi una cosa del genere poi non dormirei la notte”. Io nelle ultime due notti ho dormito per un totale di 7 ore. Non dormo in pace da circa dodici anni, a causa del lavoro.

A volte medito. Non penso, medito. Altre volte penso. Ecco cosa ho pensato oggi.

Quando a mio padre venne diagnosticata una malattia letale, ritenuta non curabile, questo non turbò il mio sonno. Mi interrogai su questo fatto.

Mi chiesi: Perché posso passare notti insonni pensando a un piano di monitoraggio difficile, ma dormo sapendo che mio padre morirà presto?

Perché posso essere scontento di tutto, ma solo ciò che dipende da una mia scelta mi cava il sonno.

Fu proprio mio padre a suggerirmi una via, spiegandomi che attraverso decenni di vita professionale aveva sempre dormito bene, perché aveva scelto sempre, rifiutando di fare ciò che riteneva ingiusto.

A cavarmi il sonno dunque non è dovermi trattenere da colpire il volto delle persone con cui sono in disaccordo, o dei molti maleducati che incontro, usando il martello Mjöllnir. Quella è una buona scelta.

L’ideogramma kanji che ho usato come sottotitolo è giapponese e si pronuncia Zen.

Per la gran parte di noi europei Zen significa più o meno “prendere tutto con calma e capacità di sopportazione”. In realtà le scuole del buddhismo Zen non si occupano di psicologia spicciola.

Quello che mi interessa nella parola 禅 non è il suo significato comune in Italia, ma fare un invito a me stesso: prendi atto della vacuità di quel mondo che ti sembra tanto importante, al punto da toglierti la capacità di fare qualcosa di naturale ed essenziale, come dormire.

Forse un maestro Zen mi direbbe che riposare il mio corpo è necessario, nonostante sia in generale inutile. Conservare questo corpo non ha senso, dato che fra pochi decenni, o minuti, smetterà di funzionare. Ma buttarlo via non ha nemmeno senso.

Sinceramente non so cosa mi direbbe un maestro Zen, perché non sono un illuminato, né uno studente dello Zen.

Il mio pensiero di oggi è questo: prova sempre a fare ciò che consideri giusto, ma non fare mai ciò che ritieni sbagliato.

Se volete, possiamo discutere per giorni sul significato di questa massima. Oppure non farlo.

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