Perché detesto compiere operazioni “comodamente” da casa o dal cellulare

Ogni cosa sembra si possa fare online. Che bello! Pensavo qualche anno fa. Fino a quando non mi resi conto che stavano aumentando vertiginosamente gli username e le password che avrei dovuto ricordare. Io nemmeno mi ricordo che il peso atomico dell’ossigeno sia 15,9994 u. E si che ci sto in mezzo, all’ossigeno.
Ogni dannato sistema pretende credenziali fatte a modo loro. Uno chiede un indirizzo di posta elettronica, un altro il numero di un telefono mobile, un altro ancora il numero di capelli, che diminuisce continuamente, ma non in modo costante, quindi non è stimabile.
Finisce che divento pazzo e dimentico gran parte delle credenziali. Ho un libro dedicato a registrarle, ma finisco sempre per dimenticare di annotare qualcosa. Va beh, sei un zurlo!
Me mare cossaaa?
La verità è che non cielo dicono è un gomblottoh: ma vogliono farci rincitrullire. Fra l’altro il peggiore esempio lo danno le pubbliche amministrazioni. Ho un login per accedere ai servizi online dell’Agenzia delle Entrate, uno per il portale appalti regionale, uno per accedere ai servizi da tessera sanitaria, un altro per ricevere le ricette mediche dematerializzate, il conto bancario, le carte di credito, i siti di acquisti online, la posta elettronica certificata, la … basta! Basta, avete stufato. Io voglio avere come username il codice fiscale e una, solo UNA password per tutto, che cambi pure ogni 30 giorni, ma sia una! Oppure vorrei andare a vivere in malga, ché risparmiando il tempo impiegato a cercare o resettare password potrei preparare un quintale di formaggio al giorno.
Tag: comodità, confusione, dò di matto, infelicità, login, modernità, Online, Password, sclero, Servizi, Username, Web
Rispondi