I non punti di vista

aprile 28, 2023

È passato da poco il 25 aprile e, come ogni anno dal 1946, ha portato alla luce la mancata conoscenza della storia dell’Italia, vero fatto fondante e unificante.

Ci sono i nostalgici di un mitico fascismo splendente, che è esistito solo nella propaganda. C’è chi mitizza una resistenza pura che è esistita solo nella propaganda. C’è chi sembra cambiare opinione di continuo, perché non ne ha una. C’è chi sostiene che, in fondo, nel 1945 l’Italia sia semplicemente passata da un’occupazione a un’altra.

A me l’occupazione tedesca l’hanno raccontata e quella anglo americana l’ho vissuta. Lascia stare. Lo so che gli aviatori responsabili della strage del Cermis non sono stati messo alla sedia elettrica, ma so anche che non hanno deciso di uccidere civili italiani, a differenza dei tedeschi fra 1943 e 1945.

Certe volte mi sembra di parlare con bimbi della scuola materna. Ma se uno ha conoscenze e logica di un bimbo di 4 anni quando ne ha 50, o è Grogu, o è un demente.

E dato che fevelà cul mus è come sciacquai sa conca a su burriccu, lascio perdere.

Udine cambia Sindaco

aprile 19, 2023

Finalmente si è conclusa la disastrosa esperienza del mandato affidato improvvidamente a Fontanini nel 2018

Domenica e lunedì scorsi si è tenuto il ballottaggio per scegliere il nuovo Sindaco del Comune di Udine, fra Pietro Fontanini e Alberto Felice De Toni. Abbiamo scelto De Toni.

L’affluenza è stata scarsa, con appena il 44% di affluenza (35604 votanti / 80650 aventi diritto). Questo è il primo dato.

Personalmente ho una lettura, spiego la mia opinione: Udine non è una città “di sinistra”. Sebbene non siano mai mancati risultati eclatanti da parte dei partiti del centro sinistra, dopo la scomparsa della Democrazia Cristiana, Udine è e rimane più democristiana che altro. Molti udinesi vedono la sinistra come il male assoluto, altri la trovano semplicemente antipatica e inconcludente, non ci si riconoscono. Ma Udine non è nemmeno una città di destra, nel senso che c’è un consistente blocco di persone che sono passate dal MSI e dalla destra DC all’attuale centro-destra, ma la destra pura è poco rappresentata.

Se si offre agli udinesi un candidato che viene accettato senza entusiasmo, se si costringono gli elettori a scegliere quello che sta meno antipatico e non quello di cui condividono le idee e i programmi, finisce che la voglia di andare a votare scemi.

Nel 2023, come nel 2018, potrebbe essere accaduto questo.

Ma nel 2018 Fontanini vinse per 280 voti, mentre nel 2023 perde per 2003 voti. Sono numeri non indifferenti in una città che ha 80650 elettori. Cosa può essere successo?

Semplicemente, il successo dello schieramento di centro – destra su scala regionale non ha potuto riflettersi sulla città di Udine, perché a livello di Regione è stato proposto un candidato credibile (Massimiliano Fedriga), mentre a Udine è stato proposto un candidato che in cinque anni è riuscito a fare storcere il naso a quasi tutti, soprattutto nel centro – destra. Fontanini ha fatto poco o nulla, ha promesso di ribaltare ciò che aveva fatto l’amministrazione Honsell, ma ha finito per attuarne i progetti e non proporre nulla di proprio.

Esemplare è il caso di Via Mercatovecchio. Honsell la voleva pedonale, ha spinto perché venisse progettata la sua nuova veste e Fontanini ha promesso nel 2018 che avrebbe riportato le auto nella nostra strada dello shopping “storica”. Lo aveva fatto un po’ per dire il contrario di ciò che diceva Honsell, un po’ perché moltissimi commercianti udinesi non hanno capito per nulla il motivo della diminuzione delle vendite in centro. Sono convinti che per vendere sia necessario fare parcheggiare i clienti di fronte alla loro vetrina. Ho cercato più volte di fare notare che fra il parcheggio coperto del Fiera e la maggior parte dei negozi del centro commerciale ci sono circa 700 m da fare a piedi, mentre fra il parcheggio di Piazza Primo Maggio e Via Mercatovecchio ce ne sono di meno!

Fatto sta che Fontanini ci ha pure provato, per essere coerente una tantum, ed abbiamo visto delle auto in Via Mercatovecchio per breve tempo. L’inadeguatezza dell’idea fu evidente a tutti e il Sindaco dovette tornare sui suoi passi. Ma da coraggioso qual è disse di essere costretto perché fregato da Honsell: se avesse bloccato il progetto di pedonalizzazione della via il Comune avrebbe dovuto pagare penali devastanti.

È andata avanti così per cinque anni. Qualunque cosa il Sindaco non facesse, era per colpa di qualcun altro. Ci è mancata solo la frase epica “scusate il cane ha mangiato il foglio con la delibera”. Il livello da scuole medie è stato più o meno quello.

Tutto ciò ha stufato e infastidito i potenziali elettori di Fontanini, anche se ho ascoltato affermazioni straordinarie come “è stato bravo, guarda che bella che ha fatto Mercatovecchio”. Non tutti abbiamo memoria o siamo orientati nel tempo e nello spazio. Non dobbiamo infierire.

E De Toni? Scommettere su di lui è stata una buona scelta da parte di coloro che volevano scongiurare un nuovo mandato a Fontanini. Questa volta il PD ha capito che piazzare uno dei suoi “di partito” sarebbe stato un autogol. O forse non lo hanno capito, perché se lo avessero capito lo avrebbero fatto: il PD è autolesionista. Quando De Toni si è reso disponibile per la candidatura alla carica di Sindaco lo ha fatto da cittadino, non residente a Udine, che opera e vive nella nostra città, senza riferimento diretto a un partito. Questo è stato un elemento importante. Poi il fatto che sia un ex rettore dell’Università sembra diventato requisito preferenziale, fra Honsell e De Toni avremo su un ventennio il 75% del tempo un ex rettore come Sindaco. Scherzi a parte, un rettore è un amministratore, di fatto una specie di “sindaco dell’Università” e noi udinesi abbiamo una percezione positiva riguardo all’Università e alla sua gestione. Il fatto che De Toni si occupi professionalmente di gestione di sistemi complessi forse è sfuggito a gran parte di noi elettori, ma io trovo la cosa interessante. Il Comune è un sistema complesso e va gestito come tale, passare da uno che crede che fare il Sindaco sia fare installare due telecamere ad uno che si occupa di gestione di sistemi complessi è un salto di qualità non indifferente.

Poi c’è il programma. Che dubito sia stato letto dalla maggior parte degli elettori. Io l’ho letto dopo avere deciso che pur di rimuovere Fontanini avrei votato anche per Vlad l’Impalatore, comunque l’ho letto perché era mio dovere (ed è anche sensato farlo). Chiunque abbia letto il programma di De Toni avrà scoperto che non c’è nulla di sconvolgente e terribile, semplicemente ha affrontato una serie di temi, che riguardano la città, proponendo soluzioni a problemi e innovazioni per adattarci a una realtà sociale, tecnologica, economica e climatica che è in continuo e rapido mutamento.

Esempio fra tutti: nel programma si parla di efficientamento energetico degli edifici pubblici, installazione di pannelli fotovoltaici, creazione di comunità energetica. Sono tutte cose che avrei proposto io stesso, basandomi su ciò che percepisco come utile e necessario, oltre che sull’esperienza. Ad esempio ho una fissazione per il miglioramento della piscina comunale Palamostre, dove le dispersioni termiche sono spaventose e questo aumenta la necessità di usare energia, mentre l’intero complesso ha un’estensione tale da potere serenamente ipotizzare di piazzare pannelli FV per potenze nominali di decine di kW. Qualcuno ha ironizzato sul fatto che il FV a Udine non vale niente, perché piove sempre. Mia madre ha installato i pannelli. Non consuma molto, ma dall’avvio dell’impianto ho visto che in un giorno di pioggia non stava chiedendo nulla alla rete, anzi, mentre ricaricava le batterie usate durante la notte, stava cedendo alla rete un po’ più di 1 kW. In un giorno di pioggia. In un giorno di sole ho provato a farle usare forno elettrico, stufetta, ferro da stiro e ha usato solo energia proveniente dal suo tetto. Ora immagina la stessa cosa fatta alla piscina. Ovviamente per tenere calda acqua e spogliatoi ci vogliono parecchi kW e d’inverno la piscina deve restare calda anche dopo il tramonto, ma alc al’è alc e penso si possa ridurre quasi a metà la richiesta di energia dall’esterno. Inoltre un migliore isolamento funzionerebbe molto, visto che quell’edificio ha ancora i travi in calcestruzzo armato che creano eccellenti ponti termici, mentre gli infissi sono in metallo e in inverno dissipano calore molto bene.

Insomma, ci sono stati ottimi motivi per cui abbiamo deciso di affidare l’amministrazione del Comune a De Toni. Ora l’importante è non diventare passivi. Ricordiamoci che siamo cittadini, non clienti. Siamo noi a fare vivere e funzionare la città, non dobbiamo limitarci a votare una volta ogni 5 anni, ma contribuire all’amministrazione, anche rompendo le scatole agli amministratori.

L’amore per l’ambiente in Italia

marzo 28, 2023

Lo volete capire che agli italiani del così detto “ambiente” non importa un bel nulla?

Su, dai, per favore. Se l’ambiente fosse come un giardino con l’erba ben rasata, 0k. Se è uno sfondo per farsi i selfie va bene. Ma il concetto di “ambiente” degli italiani è semplicemente “paesaggio”.

Non è che quelli bravi e preparati siano sto granché. Sento la gente riempirsi la bocca di “servizi ecosistemici” usando l’espressione a caso, per non parlare dell’ingegneria “naturalistica”, che altera la morfologia del territorio usando tecniche e materiali apparentemente “naturali”. Grandi entusiasmi per le reintroduzioni di animali a fronte di ottimi studi di fattibilità, salvo che dopo tre mesi la popolazione locale inizia a rugnare, dopo quattro a sbraitare chiedendo di abbattere ogni essere vivente che non sia un animale domestico o cacciabile / pescabile in modo più o meno lecito. Va detto che, almeno in ambiente continentale, il cacciabile peloso è veramente buono, a differenza del cacciabile con piuma e del pescabile che fa mediamente schifo comunque lo cucini. Salvo solo le trote iridee appena rilasciate, che sono identiche a quelle del supermercato e tutto sommato si difendono (in fondo sono piccoli salmoni). Ma le iridee di semina le pescavo a 12 anni, quando sapevo a malapena infilare un verme sull’amo. Sai che soddisfazione catturare un pesce che si butterebbe da solo in padella, se solo avvicinassimo la padella alla sponda del fiume.

Per fortuna c’è il paesaggio, che in Italia è strepitoso in tantissimi casi. Il paesaggio nasce dall’interazione della psiche umana con il territorio. Se ci facessero schifo le ondulazioni verdeggianti, troveremmo una porcheria la Val d’Orcia, che invece è una figata pazzesca, come la Piana di Castelluccio, oppure il massiccio del Monte Bianco, per non parlare delle Tre Cime di Lavaredo o di meravigliosi set per selfie come ma Costiera Amalfitana. Sul serio, il paesaggio in Italia merita una visita. Anche l’ambiente naturale inteso come insieme di ecosistemi non scherza, anzi è molto bello e di grande valore, ma al 99,9% degli italiani non piace oppure non sanno cosa stiano guardando, a meno che non ci sia Alberto Angela a spiegarglielo. Fanno tutti “oooo”, poi spengono la tv e votano per quello che promette di costruire una superstrada nel posto per cui hanno fatto “oooo”.

Lasciate ogni speranza anche voi, credetemi, vi sentirete meno stupidi.