Posts Tagged ‘Ambiente’

L’amore per l’ambiente in Italia

marzo 28, 2023

Lo volete capire che agli italiani del così detto “ambiente” non importa un bel nulla?

Su, dai, per favore. Se l’ambiente fosse come un giardino con l’erba ben rasata, 0k. Se è uno sfondo per farsi i selfie va bene. Ma il concetto di “ambiente” degli italiani è semplicemente “paesaggio”.

Non è che quelli bravi e preparati siano sto granché. Sento la gente riempirsi la bocca di “servizi ecosistemici” usando l’espressione a caso, per non parlare dell’ingegneria “naturalistica”, che altera la morfologia del territorio usando tecniche e materiali apparentemente “naturali”. Grandi entusiasmi per le reintroduzioni di animali a fronte di ottimi studi di fattibilità, salvo che dopo tre mesi la popolazione locale inizia a rugnare, dopo quattro a sbraitare chiedendo di abbattere ogni essere vivente che non sia un animale domestico o cacciabile / pescabile in modo più o meno lecito. Va detto che, almeno in ambiente continentale, il cacciabile peloso è veramente buono, a differenza del cacciabile con piuma e del pescabile che fa mediamente schifo comunque lo cucini. Salvo solo le trote iridee appena rilasciate, che sono identiche a quelle del supermercato e tutto sommato si difendono (in fondo sono piccoli salmoni). Ma le iridee di semina le pescavo a 12 anni, quando sapevo a malapena infilare un verme sull’amo. Sai che soddisfazione catturare un pesce che si butterebbe da solo in padella, se solo avvicinassimo la padella alla sponda del fiume.

Per fortuna c’è il paesaggio, che in Italia è strepitoso in tantissimi casi. Il paesaggio nasce dall’interazione della psiche umana con il territorio. Se ci facessero schifo le ondulazioni verdeggianti, troveremmo una porcheria la Val d’Orcia, che invece è una figata pazzesca, come la Piana di Castelluccio, oppure il massiccio del Monte Bianco, per non parlare delle Tre Cime di Lavaredo o di meravigliosi set per selfie come ma Costiera Amalfitana. Sul serio, il paesaggio in Italia merita una visita. Anche l’ambiente naturale inteso come insieme di ecosistemi non scherza, anzi è molto bello e di grande valore, ma al 99,9% degli italiani non piace oppure non sanno cosa stiano guardando, a meno che non ci sia Alberto Angela a spiegarglielo. Fanno tutti “oooo”, poi spengono la tv e votano per quello che promette di costruire una superstrada nel posto per cui hanno fatto “oooo”.

Lasciate ogni speranza anche voi, credetemi, vi sentirete meno stupidi.

Osservazioni sociologiche

gennaio 20, 2021

Oggi ho postato due “aggiornamenti di stato” su Facebook, pubblici, ovvero visibili anche a chi non è uno dei miei contatti.

Uno dei due era il link a un interessante video, trovato su Instagram, che mostra un orso polare a caccia di beluga in piena estate, ovvero in assenza di ghiaccio galleggiante. Una situazione in cui, di solito, gli orsi polari fanno la fame.

Il secondo aggiornamento riporta una mia considerazione in merito al fatto che la Costituzione della Repubblica Italiana obbliga lo Stato a tutelare la salute dei cittadini, ma non attribuisce a questi il diritto di andare a fare escursioni durante un periodo di emergenza sanitaria.

Il primo post ha ricevuto 3 “like” e non è stato commentato.

Il secondo ha generato una serie di commenti, in gran parte contrari alla mia visione, alcuni riportanti argomentazioni, altri no, altri ancora più che irriverenti.

Nella missione di esplorazione di questo pianeta non mi è stato affidato il compito di studiare il comportamento umano, ma l’ecologia. Tuttavia, invadendo il campo di competenza di altri esploratori, la mia osservazione sembra suggerire che qualcosa di legato a un enorme problema, come il rischio di estinzione di molte specie a causa del cambiamento climatico, non interessa a quasi nessuno. Al contrario, una banale considerazione relativa alla necessità di proteggere la comunità riducendo le libertà individuali, ha generato grande interesse.

Questa osservazione non cambia la considerazione che ho degli altri esseri umani.

La sicurezza viene dopo

aprile 3, 2018

Alle prossime regionali non voterò per chi mi propone “la sicurezza al primo posto”. Non è che non ritenga importante la sicurezza, a me piace la sicurezza, al limite i rischi me li voglio scegliere da solo, ma trovo che proporla come primo e più importante punto di un programma amministrativo e politico sia sbagliato. Mi spiego.

Noi tutti abbiamo una sensazione crescente di mancanza di sicurezza, derivante soprattutto dal martellamento costante da parte dei mezzi di disinformazione di massa. In realtà i reati in Italia sono in diminuzione, anche perché l’Italia non è mai stata un paese del tutto sicuro. Senza tema di smentita posso affermare che la microcriminalità e la criminalità organizzata hanno spadroneggiato in Italia da ben prima che io nascessi.

Ma veniamo all’oggi. Innanzitutto vi faccio notare che il Friuli Venezia Giulia non è per nulla marginale, ma bensì quasi al centro di un continente, punto di contatto fra mondi diversi, il che non può che essere un enorme vantaggio.

L’Italia in generale e il Friuli Venezia Giulia in particolare hanno sofferto molto la crisi, che altro non è se non la fusione fra una crisi finanziaria e una crisi del sistema produttivo. Le fabbrichette non hanno chiuso perché c’è stato il gran patatrac delle borse americane, non solo per quello. Hanno chiuso perché la produzione di molti beni si è spostata all’estero, perché il mercato è cambiato, perché in Italia l’energia costa di più, il lavoro costa di più, le tasse sono più elevate, la logistica è cattiva, l’innovazione di cui tutti parlano riguarda una parte delle imprese ma non la massa di coloro che avevano fatto fortuna fra gli anni ’60 e ’90 del secolo scorso.

Ma non partirò dalla produzione industriale, perché il perdurare della crisi dipende da un sistema inadeguato.

La sanità è in difficoltà, anche perché ci sono stati cambiamenti importanti, sono aumentate le malattie di tipo cronico degenerativo, per lo meno quelle diagnosticate e dunque che richiedono più analisi, visite, interventi. Il numero di cittadini è rimasto più o meno invariato rispetto agli anni ’80, ma sono cambiate le esigenze. Ora è ovvio che bisogna ripensare il sistema (more…)