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Osservazioni sociologiche

gennaio 20, 2021

Oggi ho postato due “aggiornamenti di stato” su Facebook, pubblici, ovvero visibili anche a chi non è uno dei miei contatti.

Uno dei due era il link a un interessante video, trovato su Instagram, che mostra un orso polare a caccia di beluga in piena estate, ovvero in assenza di ghiaccio galleggiante. Una situazione in cui, di solito, gli orsi polari fanno la fame.

Il secondo aggiornamento riporta una mia considerazione in merito al fatto che la Costituzione della Repubblica Italiana obbliga lo Stato a tutelare la salute dei cittadini, ma non attribuisce a questi il diritto di andare a fare escursioni durante un periodo di emergenza sanitaria.

Il primo post ha ricevuto 3 “like” e non è stato commentato.

Il secondo ha generato una serie di commenti, in gran parte contrari alla mia visione, alcuni riportanti argomentazioni, altri no, altri ancora più che irriverenti.

Nella missione di esplorazione di questo pianeta non mi è stato affidato il compito di studiare il comportamento umano, ma l’ecologia. Tuttavia, invadendo il campo di competenza di altri esploratori, la mia osservazione sembra suggerire che qualcosa di legato a un enorme problema, come il rischio di estinzione di molte specie a causa del cambiamento climatico, non interessa a quasi nessuno. Al contrario, una banale considerazione relativa alla necessità di proteggere la comunità riducendo le libertà individuali, ha generato grande interesse.

Questa osservazione non cambia la considerazione che ho degli altri esseri umani.

Morti diverse?

gennaio 19, 2009

Tre morti sul lavoro in una settimana in Friuli Venezia Giulia. Quattro alpinisti morti nel gruppo del Monte Bianco nel finesettimana.
Sicuramente qualcuno farà una classifica e stabilirà che si tratta di morti diverse, per livello di dignità. Perché i lavoratori erano costretti ad andare in fabbrica per vivere, mentre i quattro alpinisti avrebbero potuto benissimo starsene a casa a guardare la televisione, come ha fatto la maggioranza di noi. E questo è vero.
Ma esiste più di un semplice comune denominatore in queste sette morti. A parte il dramma delle famiglie, che è assoluto e non merita classifiche. Il discorso è che sia in fabbrica che in montagna le tragedie si possono evitare. O per lo meno è possibile renderle molto rare. (more…)