Posts Tagged ‘Code’

Sull’autostrada A4 non c’è emergenza

giugno 23, 2017

Un’emergenza non si ripete quotidianamente, per principio è una situazione rara e imprevedibile. Può nascere un’emergenza da un terremoto, da una tromba d’aria, ma non è emergenza lo stillicidio quotidiano di incidenti e code chilometriche che si ripetono sull’autostrada A4 e, sempre più spesso, sulla A23.

Il problema non è legato solo a come sono costruite le autostrade. La loro progettazione e realizzazione risale a tempi in cui i veicoli privati erano molto meno numerosi rispetto a oggi e i camion che transitavano dai paesi dell’Europa dell’Est verso il Nord Italia e l’Europa occidentale erano una rarità. Siamo rimasti fermi a quei tempi?

Quando criticavo il sistema di trasporti su gomma, alcuni anni fa, ricevetti severe critiche da alcuni amici e conoscenti appartenenti al così detto “centro destra”, mentre quelli del “centro sinistra” svicolavano per non dovere affrontare il problema dell’impiego. In Friuli Venezia Giulia c’erano allora (more…)

I tubi e le vacanze

agosto 2, 2010

Sabato mattina mi sono spostato da Monfalcone ad Udine in autostrada. Alle 7, nella direzione Trieste, c’era una coda interminabile per raggiungere il casello Lisert. Risalendo nella direzione Venezia, quasi deserta, ho scoperto che la coda aveva inizio fra Palmanova ed Aiello. Auto, roulotte, camper, camion imprigionati dalla colonna allo scadere dell’orario di circolazione consentita.

Si potrebbe parlare di “emergenza”, se non fosse che questo tipo di eventi si verifica per un mese all’anno, ogni anno. Un’emergenza, per principio, non ha cadenza regolare, deve essere imprevedibile o comunque difficile da prevedere. Il blocco dello scorrimento sulla A4 invece è più regolare di qualunque altro evento in regione, prevedibile come pochi altri. Il problema è chiederci se sia gestibile. (more…)

Pensieri di fine vacanza

dicembre 9, 2008

Ieri abbiamo passato tre ore in coda lungo la Statale d’Alemagna. Giusta punizione per tre lussuosi giorni a Cortina con sci, passeggiate lungo il corso e cucina di alto livello. Stando fermi ci si innervosisce e si pensa. Persino troppo. Ed ho così pensato che tutti quei veicoli incolonnati stavano bruciando una gran quantità di gasolio e benzina. Potevo vedere un tratto di strada lungo circa un chilometro, su cui stavano avanzando a passo di tartaruga (d’uomo sarebbe stato eccessivo) veicoli impachettati a distanza di circa un metro l’uno dall’altro. Due calcoli veloci rivelano che su quel chilometro potevano esserci circa 200 veicoli, coi motori accesi, intenti ad ossidare carbonio immagazzinato nelle viscere della Terra milioni di anni fa.
Il pianeta si sta scaldando. Questo dato è incontrovertibile. Se sia causa dell’uso di combustibili fossili o meno, è motivo di grandi discussioni. Finora ho visto molti modelli, ciascuno che prova tutto ed il contrario di tutto, ma il dato resta: l’atmosfera terrestre si sta scaldando. Immettere anidride carbonica a tonnellate non aiuta di sicuro. Cosa accadrà? Modelli ed ancora modelli su modelli. L’uomo della strada dice “tanto io ho il condizionatore”. Ma il condizionatore ha bisogno di energia per funzionare. Come faremo a disporre di abbastanza energia per rinfrescare l’umanità intera? Il problema non è tanto quello del condizionatore. Siamo nati in Africa, ed in Africa si muore di fame, non di caldo. Già, si muore di fame. Se il clima attuale dell’Africa subsahariana dovesse divenire quello delle fasce attualmente coltivate, non avremmo più la possibilità di sfamare sei miliardi di persone.
Stare in coda fa male. Ci si rende conto di quanto siamo fragili ed imbecilli. Per fortuna capita solo a me.