Posts Tagged ‘Corruzione’

Afghanistan

agosto 17, 2021

Quella guerra, secondo me, non è mai stata una questione di esportazione della democrazia o di difesa dei diritti delle donne afghane. La guerra in Afghanistan è stata una risposta mal riuscita all’attacco terroristico del 9/11 negli USA. Quell’attacco è stato il primo sul suolo USA dopo Pearl Harbour e il primo nel cuore degli Stati fondatori dalla fine della War of Independence.

La reazione fu dettata probabilmente dalla necessità di seppellire la brutta figura fatta dal sistema di agenzie, che avrebbero dovuto garantire la sicurezza interna negli USA. In ogni caso, avrebbe dovuto risolversi molto più rapidamente. La cosa più sensata da fare, atteso che l’Afghanistan fosse realmente il cuore dell’organizzazione terroristica mondiale islamista, sarebbe stato colpire, colpire duro, e andarsene lasciando un mucchio di macerie. A posteriori sappiamo che il risultato sarebbe stato esattamente quello ottenuto con 20 anni di impegno militare sul campo. Invece la scelta, profondamente criticata da molti durante gli ultimi 20 anni (e dunque non col senno di poi) è stata quella di impantanarsi in Afghanistan, un paese da cui nessuno straniero nella storia è uscito vincitore. Peggio ancora, la scelta è stata di comportarsi come se il Pakistan fosse un alleato, quando ospitava probabilmente più uomini di Al Qaeda dell’Afghanistan stesso. Il famigerato Osama Bin Laden non è stato scovato in Afghanistan, ma in Pakistan. I comandanti dei Talebani si sono in gran parte rifugiati in Pakistan dopo l’arrivo delle truppe NATO.

Altro errore fondamentale: la guerra non la combattono solo i soldati. Una guerra non è solo una questione militare e la sua conduzione deve tenerne conto.

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Per una nuova classe politica

Maggio 27, 2020

Leggo su Open che le Sardine vanno in pausa (l’articolo qui).

Sono sempre stato molto critico, rispetto all’entusiasmo manifestato da molti nei confronti di questo “movimento”. Devo dire però che questa scelta è molto ragionevole, corretta e apprezzata (da me per lo meno).

Il paese non ha bisogno di un altro movimento di rabbiosi contro tutto e contro tutti, ma di proposte. Il paese ha bisogno di sostituire una classe dirigente in cui ci sono troppi incapaci, corrotti, narcisisti, scaldapoltrone.

Dalla piazza può venire la spinta a farlo, ma per andare oltre bisogna sedersi, guardarsi in faccia (anche in call in tempo di CoViD), stabilire quali siano i fondamenti di un’idea di Italia per domani, stabilire i metodi, definire un percorso.

Non posso sapere, a priori, se sarei d’accordo con un nuovo soggetto politico, ma prima di stabilirlo ho bisogno di leggere o ascoltare queste cose. Gli slogan contro un politicante o l’altro non sono un programma, sono l’abbaiare del cane da guardia della democrazia, il richiamo starnazzante delle oche del Campidoglio, ma poi bisogna che i padroni di casa (noi cittadini) intervengano.

Chi trova offensivo il compito del cane da guardia o delle famose oche del Campidoglio, sbaglia. Ma chi crede che sia sufficiente dare l’allarme per risolvere ogni problema, sbaglia di più.

Nulla è cambiato in 55 anni

ottobre 9, 2018

Oggi ricorre il 55mo anniversario del disastro del Vajont. Non starò a ricordare per filo e per segno gli eventi, troverete esaurienti informazioni in rete. Quello che voglio ricordare è che le cause del disastro, che provocò la morte di 1917 persone (millenovecentodiciassette!!!!), sono state innanzitutto di ordine culturale, morale e politico.

Scientificamente e tecnicamente possiamo spiegare per filo e per segno perché la frana del monte Toc si sia mossa velocemente, scaricando milioni di metri cubi di roccia e suolo nell’invaso generato dalla diga sul torrente Vajont, ma perché si arrivò a quell’evento fu una storia tutta umana.

Il progetto venne concepito senza tenere conto delle caratteristiche geologiche della valle del Vajont e in particolare (more…)