In fatto di norme derivanti dall’Antico Testamento, c’è da dire che spesso Gesù non interviene direttamente in una critica della legge derivata dalla Torah, mentre in altri casi il suo comportamento è paragonabile a una evidente disapplicazione di alcune norme contenute in quella che per l’ebreo del tempo era la fonte suprema del diritto. Ad esempio è interessante, anche se banalizzato, il confronto fra quanto previsto fra le pene descritte nel Levitico e la pericope dell’adultera.
Vediamo i testi. Li ho copiati dal sito web del Vaticano alla sezione Testi fontamentali, per la precisione da La Sacra Bibbia.
Levitico 20: 10
[10] Se uno commette adulterio con la moglie del suo prossimo, l’adultero e l’adùltera dovranno esser messi a morte.
Vangelo secondo Giovanni 8: 3-11
[3] Allora gli scribi e i farisei gli conducono una donna sorpresa in adulterio e, postala nel mezzo,
[4] gli dicono: “Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio.
[5] Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?”.
[6] Questo dicevano per metterlo alla prova e per avere di che accusarlo. Ma Gesù, chinatosi, si mise a scrivere col dito per terra.
[7] E siccome insistevano nell’interrogarlo, alzò il capo e disse loro: “Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei”.
[8] E chinatosi di nuovo, scriveva per terra.
[9] Ma quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani fino agli ultimi. Rimase solo Gesù con la donna là in mezzo.
[10] Alzatosi allora Gesù le disse: “Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?”.
[11] Ed essa rispose: “Nessuno, Signore”. E Gesù le disse: “Neanch’io ti condanno; và e d’ora in poi non peccare più”.
Nota bene, Gesù non vuole suggerire che l’adulterio sia legittimo, ma che non sia legittimo condannare l’adultera alla pena capitale. Nemmeno lui, che (more…)