Mio padre aveva un cane, di nome Speléo. Un giorno Speléo attraversò la strada e un’auto lo prese sotto. In quel momento dall’altra parte della strada stava passando un conoscente di mio padre.
Il cane se la cavò con qualche botta e tanto spavento. Da quel giorno, ogni volta che vedeva il conoscente di mio padre Speléo ringhiava furioso.
Per quanto Speléo fosse un cane intelligente, era pur sempre un cane. Associava un evento negativo (incidente) con la presenza di una persona a lui nota, però che non aveva nulla a che fare con l’incidente stesso. Il problema che abbiamo oggi in Italia è che gli umani hanno la stessa intelligenza di Speléo, siamo in generale brava gente e non siamo neppure stupidi, ma individuiamo come causa dei nostri problemi qualcosa che non lo è, semplicemente perché è particolarmente visibile, o viene messa in bella mostra ad arte.
Speléo non aveva capito, perché era un cane, che prima di attraversare la strada è meglio guardare a sinistra e poi a destra. Noi dovremmo averlo capito.