Vale la pena?
Come molti sapranno, dalle mie continue lagne, sono un lavoratore autonomo. Ho aperto la Partita IVA nel febbraio del 2002 e, lo confesso, ho dovuto consultare per l’ennesima volta il mio certificato di attribuzione per ricordarmelo.
[disclaimer: questo articolo è stato scritto in 11′ e non sottoposto a rilettura]
La cosa che mi ha crucciato più di ogni altra all’inizio è stato stabilire i prezzi. All’epoca di gente che facesse il mio mestiere in Friuli quasi non ce n’era. Così provai a informarmi, con colleghi più esperti di altre regioni, e scoprii dei prezzi che a me sembravano piuttosto elevati.
Volevo farmi pagare un po’ di meno, pensando che fosse corretto dato che ero agli inizi. Ma non volevo nemmeno svendere il mio lavoro, né fare concorrenza sleale agli altri. D’altro canto, avevo bisogno di guadagnare. Intendo di avere un utile, al netto di costi, tasse, contributi previdenziali, investimenti in termini di attrezzatura, formazione.
Questo è un punto importante per il lavoratore autonomo: non sei un’impresa vera e propria. No, tu non hai un capitale sociale, ma nemmeno puoi ottenere facilmente un prestito per coprire i costi di avvio dell’attività. Ci devi mettere del tuo, o farcelo mettere dai tuoi genitori. L’utile è ciò che i lavoratori dipendenti chiamano “stipendio”. Niente utile, niente vita.
All’inizio il mio utile era paragonabile a (more…)