L’attacco a Bruxelles nel mio sentire non è stato diretto contro il Belgio, ma contro l’Europa. Per molti di voi, temo per la maggioranza, l’Europa è solo un pezzo di continente e non un “paese”, quindi non posso che immaginare una visione diversa di quest’ultimo attacco da parte di un commando di combattenti della così detta “guerra santa” per l’Islam. Per me invece l’Europa esiste, è quella porzione di mondo che considero “il mio paese”, quella che vorrei diventasse un vero stato federale nei prossimi anni.
In ogni caso, questo ennesimo attacco fa sortire ancora domande. Nelle ore scorse ho ascoltato programmi radio e guardato telegiornali, per informarmi. Ho volutamente rinunciato ad ascoltare le testimonianze di chi era a Bruxelles, non ho questa morbosa curiosità e di gente che mi racconta di guerra, morti, bombe ne ho avuta anche troppa, fra i racconti della II Guerra Mondiale dei miei genitori e quelli delle guerre balcaniche da amici e conoscenti che le hanno vissute.
Quello che mi interessa molto è l’analisi della situazione, e non mi soddisfa.
Abbiamo capito che manca un coordinamento dei servizi segreti e di sicurezza europei, perché di fatto l’Unione è innanzitutto una finanziaria, per scelta dei politici dei singoli paesi, che non vogliono mollare l’osso su alcune questioni. Così ci troviamo con la stessa moneta a Bruxelles e a Paris, ma scopriamo che chi dovrebbe proteggere la gente in quelle due città, non comunica, non scambia informazioni. Figurarsi se c’è un protocollo comune di azione.
Questo è profondamente sbagliato. Uno dei buoni motivi per avere un’Unione Europea è proprio quello di essere più forti, unendo le capacità di tutti gli stati in un’unico sistema organizzato e più potente. Appurato che non dobbiamo più combattere una guerra fra Germania e Francia, è da cretini continuare a tenersi per sé le informazioni.
Ma oltre a questo c’è l’analisi più spietata, che alcuni hanno fatto: anche il miglior sistema di sicurezza non può fermare sempre e per sempre questi attentati. Perché chi li prepara non ha bisogno di una struttura estesa e complicata, dunque facile da individuare. Qui bastano cinque o sei persone, addestrate e capaci di organizzarsi. Beccarli non è per niente facile e nessun confine con filo spinato e mitra spianati è in grado di fermarli, semplicemente perché gli attacchi a Parigi e Bruxelles ci hanno fatto capire, o avrebbero dovuto farci capire, che il nemico non è entrato ieri in Europa, è già qui da anni, anzi a volte è nato qui!
Dunque, la soluzione finale del problema (more…)