Stamattina, mentre andavo al lavoro, ho incrociato lungo la strada un padre che stava accompagnando a scuola il proprio figlio. Una scena del tutto analoga a quelle di cui sono stato parte alcuni decenni or sono, se non fosse che questi due avevano la pelle di un colore diverso rispetto a quello di mio padre e mio, erano neri.
Mentre guardavo il bimbo, col suo zainetto sulle spalle, vestito di tutto punto ma con una nota di colore molto africana, che incedeva con aria estremamente marziale, devo dire piuttosto buffa, ho pensato alla questione “immigrazione”.
Il padre è verosimilmente nato in Africa, in qualche paese da dove è partito per venire a cercare lavoro e una vita “migliore” in Friuli. Il bimbo probabilmente è nato qui a Udine e frequenta la scuola elementare (primaria o come si chiama adesso, non-lo-so) qui.
Ora mi sono immaginato la realizzazione dei desideri di tutti coloro che sarebbero felici di cacciare tutti gli immigrati e ho immaginato l’ipotesi di rispedire in Africa quel bambino, magari fra cinque o sei anni.
Rispedire? Ma se non c’è mai stato! Come si fa a “rimandare a casa” uno che è nato a Udine e con la terra d’origine dei suoi genitori ha probabilmente un legame pari a quello che ha un figlio di siciliani nato in Friuli?
Già, ma fino a pochi anni fa il sogno degli stessi era rispedire a calci in culo i “terroni” al loro paese, che poi in termini politici è lo stesso in cui siamo nati tutti noi.
Il discorso comunque è che il bimbo ha la pelle nera e (more…)