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Grazie scuola per tutto questo

ottobre 15, 2021

Per me la scuola superiore è stata una immensa rottura di scatole, cinque anni durante i quali sono sopravvissuto aspettando di andare a studiare sul serio all’Università. In particolare vorrei ricordare un paio di insegnanti che sono, a mio modo di vedere, il simbolo di una categoria, responsabile del caos che impera oggi in Italia.

Una è la mia insegnante di Matematica e Fisica. Priva di capacità didattica e relazionale. Se fosse per lei non sarei in grado di integrare nemmeno una funzione di primo grado e probabilmente crederei nell’esistenza del moto perpetuo. Per fortuna mio padre era docente di Matematica e Fisica, in una scuola molto meno “prestigiosa” del Liceo Scientifico (secondo la moda del tempo), e mi insegnò molto bene sia la Fisica che l’analisi matematica, tanto che all’Università, iscritto a Scienze Biologiche, nemmeno mi degnai di studiare per superare i due esami.

L’altra è l’insegnante di Scienze che avrebbe dovuto fornirci gli elementi fondamentali della Biologia. Era una chimica appassionata e da subito chiarì che la Biologia è una cavolata senza senso, per cui ci avrebbe insegnato solo Chimica. Se ne stra fregò del programma ministeriale, sebbene fosse stata assunta per seguirlo. Risultato, arrivai al primo anno di Università senza avere ascoltato mai una lezione sulla mitosi o sulle proteine. Sempre grazie a quel sant’uomo di mio padre, potevo permettermi di acquistare libri in quantità e studiai per i fatti miei.

Ora, immaginate un popolo istruito da gente del genere. Fatto? Ora guardate cosa succede da quando è iniziata questa pandemia. La gente non sa cosa sia un virus, non sa cosa sia un vaccino, non sa cosa siano i linfociti B, ma nemmeno cosa siano gli anticorpi. La gente non sa, non conosce la differenza fra DNA e RNA, figurarsi se sa che un mRNA non si integra nel nostro genoma senza una serie di passaggi complicati, che nel nostro organismo non avvengono a meno che non si tratti di un film fantascientifico catastrofico e ci si metta di mezzo la Umbrella corp. (quella di Resident Evil, avete presente?).

Ringrazio la scuola italiana per non avere fornito ai cittadini nemmeno un briciolo di conoscenza su ciò che serve a capire meglio cosa stia succedendo. I cittadini sono formati dalla fantascienza, dai social dove ogni psicopatico è libero di scrivere ciò che gli pare, i cittadini sono mantenuti scientemente nell’ignoranza per poterli gestire meglio, ma anche grazie al fatto che il ruolo fondamentale di insegnante è stato (e temo sia ancora) attribuito a persone a cui non affiderei nemmeno un compito semplicissimo ed innocuo, perché un incapace, dovunque si trovi, può provocare eventi avversi.

Insegnare è uno dei compiti più importanti e gravosi in qualunque società. Nella nostra, molti hanno decisamente fallito.

Disinfezioni

Maggio 20, 2021
Disinfezione finale con UV naturali

L’uso delle mascherine per la prevenzione del contagio da SARS-CoV-2 è diventato un’abitudine. Usiamo le mascherine di tipo “chirurgico” per ridurre l’emissione di goccioline che potrebbero veicolare i virus dal nostro apparato respiratorio nell’aria circostante, oppure le mascherine filtranti tipo FFP2 per ridurre anche la probabilità che una gocciolina emessa da altri venga inalata e porti i virus dentro il nostro corpo.

Le mascherine vanno cambiate, perché si suppone che, da un lato o dall’altro, possano avere una certa quantità di virus sulla loro superficie. Più aria schermano o filtrano, più è probabile che i virus intercettati si muovano comunque e raggiungano l’obiettivo. Un’alternativa al cambio della mascherina è la sua disinfezione molto accurata. Come risulta efficace il lavaggio delle mani, lo è anche quello di ogni oggetto, mascherine comprese. Il SARS-CoV-2 è un virus ricoperto da membrana fosfolipidica, quindi dei tensioattivi (sapone e simili) la danneggiano irrimediabilmente. Un altro metodo è usare alcol etilico, la cui principale proprietà è quella di riuscire a indurre alterazioni non solo sulla membrana fosfolipidica, ma anche sulle proteine esposte (fra cui le famose spike). Un altro metodo per la disinfezione si basa sul fatto che i raggi ultravioletti (o UV) danneggiano gli acidi nucleici, compreso il RNA virale.

Come sappiamo bene gli UV solari possono danneggiare seriamente le nostre cellule, se non sono protette adeguatamente. Nel nostro caso sotto lo strato esterno della pelle c’è uno strato che contiene cellule con melanina. Chi è bianco come una mozzarella, come me, in mezz’ora al sole diventa rosso, ovvero manifesta i sintomi di un’infiammazione dovuta ai danni che gli UV provocano ai tessuti. Sappiamo anche che a volte va peggio e gli UV riescono a creare danni al nostro DNA tali da trasformare una cellula normale in una cellula tumorale. Nel caso del nostro dannato virus SARS-CoV-2 gli UV funzionano piuttosto bene e ne è prova il fatto che ogni primavera, sia 2020 che 2021, l’incidenza di CoViD-19 è calata rapidamente.

Quello che vedete in foto è un “trucco” che adotto per riutilizzare delle mascherine FFP2 che ho indossato per periodi di tempo brevi. Quella più vicina è stata indossata per mezz’ora, di cui venti minuti all’aperto in strada quasi deserta e 10 minuti nella struttura per i prelievi a tampone, dove ho incontrato solamente due sanitari che indossavano tutti i dispositivi atti a impedire scambi di virus. L’altra l’ho usata in totale per due ore, a più riprese, in situazioni meno ideali, ovvero al supermercato. Quando mi imbarcherò su un aereo mi vedranno estrarre platealmente una FFP2 nuova dalla sua busta sigillata, a cui dovrò sovrapporre una mascherina chirurgica perché il regolamento (secondo il personale di terra che ho incontrato finora) dice “chirurgica” e non aggiunge “o protezione superiore”. Io in un tubo chiuso con la semplice chirurgica non ci entro, anche perché non ho ancora ricevuto la vaccinazione completa.

Le mascherine vengono prima lavate utilizzando tensioattivi e disinfettanti. Al momento uso una miscela commerciale che viene proposta per disinfettare gli abiti e ridurre i cattivi odori. Contiene tensioattivi e una sostanza che libera ossigeno radicalico, ovvero ossida parecchio, un po’ come perossido di idrogeno (acqua ossigenata). Non è una soluzione specifica per i virus, in genere si usa per i batteri e i funghi, ma funziona anche sui virus perché danneggia la membrana e le proteine esposte. Dopo di che, espongo al sole le mascherine, che si asciugano e ricevono una dose di UV sufficiente a farmi assumere la colorazione di un gambero bollito.

Il limite delle 8 ore. Si sa che gran parte delle mascherine FFP2 hanno un limite di utilizzo temporale pari a 8 ore. In realtà si tratta di un limite convenzionale legato al fatto che sono dispositivi di protezione individuale usati sul lavoro, dove il turno completo è pari, appunto, a 8 ore. Nella realtà, come per tutti i filtri, la loro efficacia è legata a una serie di fattori che sono molto variabili, in base all’ambiente in cui ci troviamo e alle caratteristiche di ciò che vogliamo bloccare. Personalmente, disinfetto le FFP2 dopo ogni uso e comunque non le indosso per più di 6 ore complessive.

Il risultato di questo comportamento è che, toccando ferro, legno e gonadi, dopo 15 mesi di pandemia sono ancora negativo al test per SARS-CoV-2. Mi raccomando però, bisogna essere rigorosi nella gestione dei dispositivi di protezione, se si è poco disposti o inclini al rigore “da laboratorio”, è meglio buttare via tutto e usare una mascherina nuova.

Perché non ho paura della CoViD

ottobre 16, 2020

Mentre ho molta paura di come possano comportarsi gli umani, la CoViD non mi fa paura, non in sé.

Ovviamente non nego il fatto che si tratti di una malattia con seri risvolti clinici. Può portare al decesso di persone per altri versi sane, anche ben più giovani di me, le conseguenze della malattia possono essere anche gravi, per i guariti, con danni permanenti a organi come polmoni fegato, reni. La CoViD non è un’influenza cattiva, ma una patologia che provoca morte o danni permanenti con una probabilità decisamente superiore rispetto a influenza o raffreddore, ma purtroppo si trasmette facilmente come queste.

La paura vera è uno stato psicologico utile per impedire a un individuo, o a un gruppo di individui, di compiere azioni potenzialmente dannose per sé. Quando si hanno coscienza e conoscenza, la paura diviene inutile.

So cos’è un virus, sono stato in grado di informarmi sulle caratteristiche del SARS-CoV-2, so cos’è il RNA, so cos’è un “tampone” e quali sono i metodi attualmente usati per rilevare la presenza del RNA specifico in un campione. Ho persino ripassato i vecchi appunti di epidemiologia, presi durante il corso che a Scienze Biologiche veniva chiamato Igiene.

Questo mi impedisce di avere paura, ma mi induce ad adottare comportamenti che riducano la probabilità di inalare un numero di virioni attivi sufficiente per innescare la malattia.

Se tutti i cittadini del mondo sostituissero l’ignoranza con la conoscenza, la paura si trasformerebbe in consapevolezza e, invece di cercare scuse per continuare a vivere come prima, o avere comportamenti esageratamente timorosi, faremmo la cosa giusta.

Non ho paura della CoViD-19, perché capisco come si diffonda l’agente eziologico, ma ho molta paura di Homo sapiens sapiens, perché non lo capisco.