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In Sardegna forse c’è anche il mare

luglio 30, 2019

Però non riesco ad associarlo facilmente a questa terra. Forse perché ci sono arrivato volando, nel maggio del 2012, per poi attraversare mezza isola dopo l’imbrunire, giungere nel fantastico nulla popolato della notte del Supramonte, infilarmi nel suo ventre per ore attraverso gallerie gigantesche della grotta di Su Bentu e tornarmene, infine, all’aeroporto dopo avere dato una rapida occhiata alla spiaggia “urbana” del Poetto.

In effetti In Sardegna non c’è il mare è un libro interessante, scritto da Marcello Fois, autore nuorese che ha attirato la mia attenzione con Stirpe, per incuriosirmi e farmi sorridere ne Il tempo di mezzo, dove crea un realistico incontro fra la sua stirpe e la mia, col personaggio del sardo – friulano Vincenzo Chironi.

Fois si diverte (suppongo) a smantellare i falsi miti creati attorno alla Sardegna, in parte dai sardi stessi. Io onestamente, un mito sardo non l’ho mai avuto. Se oggi mi chiedete quale immagine abbia della Sardegna, potrei dirvi che è un pezzo di mondo dove c’è gente testarda come i friulani, paesaggi stupendi, clima pessimo e non ci sono montagne.

La cosa più bella della Sardegna sono i sardi. Riescono ad avere tutti i difetti dei friulani, ma hanno l’enorme pregio di non parlare mai male della loro terra. Al contrario dei friulani, che amano il Friuli più di ogni altra cosa al mondo, ma parlarne bene sembra un tabù.

Ciò che colpisce del sardo è una mediterraneità composta. Per noi continentali di cultura centro europea il mediterraneo è chiassoso e invadente. Il sardo no. Molti dei codici comportamentali validi per un friulano, ovvero per un continentale che vive in mezzo ai campi di mais, valgono anche per un sardo, che vive dove non c’è abbastanza acqua per coltivare il mais. Il che stura interessanti canali di comunicazione, se non si parla di mais, ovviamente.

Il sardo è educato, recinta la campagna e la sua persona, ma ti fa entrare nella sua campagna e ti apre parte della sua persona, senza pretendere per forza di farsi i fatti tuoi. La passione per il crastulo (chiacchiera) mi sembra molto casteddaia (cagliaritana), ma Casteddu è la metropoli aperta al Mediterraneo e in Sardegna non c’è il mare. O forse si?

In Sardegna il mare sembra ovvio. Qualunque turista continentale ci va per il mare. Cristallino, quasi tropicale. Per forza il turista si inoltra anche nell’entroterra, per fare un paio di gite, ma un paio alla continentale, perché un paio a sa sarda vorrebbe dire essere in Supramonte o a zonzo sui Tacchi un giorno si e l’altro pure. In Sardegna un paio è un numero che varia da 3 a non si sa quanto, ma è meno di infinito. L’unica eccezione a me nota è un paio di birre. In quel caso si invertono le parti, per noi friulani è un numero da un litro a infinito diviso in 0.5 e 0.66, per i sardi sono due o tre birre da 0.33.

Un’avvertenza per i baldanzosi mittelsudeuropei che vedono già la vittoria in tasca, nella sfida a birrette con l’amico sardo, non sottovalutate i professionisti dell’Ichnusa da 0.33. Sebbene sia una lager normalissima, voi siete continentali, disidratati, accaldati e stanchi, quella è fredda (ghiacciata) e vi scarica quel poco di alcol etilico che ha tutto in un botto, l’alcol fa dilatare i vostri vasi sanguigni, cala la pressione e voi vi trovate afflosciati su una sedia come un bambino che abbia bevuto il suo primo tai di vin in cucina dal nonno (per i diversamente continentali tai di vin è friulano = bicchiere di vino da 0.10 o più tradizionalmente 0.12).

[NdA: non sto citando Mauro Corona, non consapevolmente almeno, mi sono reso conto solo rileggendo che sta storia del bere in vino col nonno fa immaginare una casetta di pietra, in quel di Erto, e un piccolo Mauro che beve Raboso dalla ciotola di legno]

A me è capitato un destino strano. A differenza della maggioranza dei continentali non mi sono voltato a guardare dalla spiaggia verso l’interno, ma ho guardato il mare in lontananza dai monti.

[Aspetta, hai detto che non ci sono montagne! Eja, non ci sono montagne in senso alpino, ma rilievi bassi e coriacei quanti ne volete]

Mia moglie, che è sarda e ama la Sardegna solo un peletto meno di quanto ami me, sostiene che a me la Sardegna non piaccia. Ciò nonostante non riesce a fare a meno di continuare a provare a farmela conoscere ed amare, senza rendersi conto del fatto che non l’amerò mai quanto ami lei o quanto ami il Friuli, ma non mi fa per niente schifo.

Il discorso è che in Sardegna il mare c’è ma è lontano, quindi i gridolini di entusiasmo tipici del turista continentale che vive in città, dalla mia bocca non escono. Sono nato in un grosso paesone, o in una piccola città, a 20 km da monti che quando sono piccoli sono tanto alti quanto quelli più elevati del Gennargentu. Se vedo un cartello stradale perforato da una Brenneke mi sento a casa, anche se dove giro io si trovano più spesso fori da 7 a 8 mm di palle sparate da mezzo km.

Avendo una mente disordinata ma associativa, tendo a organizzare le informazioni per analogia o attraverso connessioni logiche (per me). Questa è la chiave di lettura che uso per esplorare la Sardegna, anche se su questo punto con mia moglie non ci capiamo proprio. Lei è ordinata e ha una mente catalogatrice. Il pinnetto è un pinnettu e non centra niente con lo stali. Io invece li associo. Il pinnetto o pinnetta o pinneddu o come diavolo lo volete chiamare è un edificio rurale tipico della Sardegna centrale e orientale. La sua struttura è quella di una capanna con muri di pietra a secco e coperta da un cono di tronchetti e ramaglie. A me vengono in mente analoghe costruzioni viste sulle Alpi o nei Balcani. La sua funzione è quella di dare ricovero a chi deve passare un certo periodo di tempo lontano dalla casa, per lavorare su in montagna. Come lo stali, guarda te! Anzi, assomiglia tanto anche a un cason della laguna. Assomiglia per funzione e distribuzione degli spazi. Ovviamente il pinnetto è diverso da stavolo e casone. Semplicemente perché sono ecotipi differenti.

[Oh Signôr cosa centrano adesso gli ecotipi?]

L’uomo è un animale eclettico. Abilissimo nell’adattarsi ad ambienti differenti, potete trovarlo nella foresta e nel deserto, sulle Alpi e in Supramonte, se la cava sempre. Per farlo deve risolvere alcuni problemi, che sono tipici del luogo in cui si trova. Un Inuit deve ripararsi da un freddo feroce e non ha altro materiale da costruzioni che non siano pelli di animali e neve pressata. Un carnico ha pietra e legno a volontà, meno freddo ma piove che Dio la manda! Il sardo ha pietra che avanza, legname ce n’è, non piove un accidente. Per me è quasi ovvio che la copertura del pinnetto non sia una bella distesa compatta di scandole di legno perfettamente embricate per impedire a neve e pioggia di fare un disastro, come è ovvio che la copertura di tronchi e ramaglie disposte a formare un cono appuntito sia più che sufficiente per fare scivolare via piogge leggere e permettere al fumo del focolare di fuggire all’esterno.

Wiva la sQuola

Maggio 29, 2019

Non so quanti di voi abbiano seguito la polemica scoppiata a seguito delle dichiarazioni rese da Gianni Cuperlo, nel corso della trasmissione L’aria che tira su La7 il 27 maggio scorso. C’è qualcosa di interessante che è sfuggita a troppi nell’ondata di indignazione e insulti, qualcosa che è politicamente molto grave. Ma andiamo con ordine, seguitemi nel ragionamento.

Per vedere l’estratto dell’intervento clicca qui

Cuperlo durante la trasmissione ha affermato: Mi colpisce che oggi la Lega sia il primo partito in Sardegna. Lì il 33% dei ragazzi che frequentano la secondaria non completerà il corso di studi. ed ha quindi aggiunto: Eppure, questo governo non ha fatto alcunché sulle politiche di diritto allo studio.

Sui mezzi di disinformazione di massa, la seconda parte della frase è stata omessa e ciò che è rimasto non è un atto d’accusa verso il Governo attuale (M5S – Lega), ma un’apparente correlazione fra (more…)

Sardegna 2019

febbraio 26, 2019

Durante l’intera campagna elettorale delle regionali sarde ho studiato l’evolversi della situazione da una posizione distante, ma con qualche limitato contatto locale.
Non conosco la Sardegna, non a sufficienza per potere azzardare analisi e ipotesi di qualunque tipo, però conosco un po’ gli esseri umani e le dinamiche politiche ed elettorali che, secondo me, sono comuni a un’area molto più vasta di una regione o uno stato.

Tre dati hanno colpito, relativi all’esito della consultazione regionale. Il primo è che sia stato eletto Presidente della Regione Autonoma Sardegna il candidato proposto e promosso dal leader della Lega Matteo Salvini. Sembrava impossibile che la Lega riuscisse a conquistare anche una “regione meridionale”, ma di quell’opilione erano coloro che conoscono la Sardegna molto meno di me.

La Sardegna non è “meridione”. E’ vero che si trova geograficamente (more…)