L’Orcolat ha ballato di nuovo, ora c’è da fare.
La terra ha tremato ancora. Lo fa continuamente nella parte centrale della penisola italiana e qui all’estremità orientale delle Alpi. Come lo fa lungo il Pacific Rim e in altre zone del pianeta. Ma non ci si abitua.
Quando la terra tremò in Friuli non avevo nemmeno compiuto cinque anni, ma il primo ricordo nitido della mia vita è stato quel minuto in cui nulla sembrava essere “a posto”.
Ero troppo piccolo per capire la scossa, ma la ricostruzione durò una decina di anni e quando i paesi erano tornati quasi uguali a prima, avevo circa quindici anni.
Poi fu l’Irpinia e la Lucania. E ancora la terra tremò tante volte qui in Friuli, senza fare danni. Tremò anche in Slovenia, nella valle dell’Isonzo, dietro le colline che vedo dalla finestra dai casa. Poi Umbria, Molise, Abruzzo, Emilia. Il 10 agosto scorso una scossa da 3,1 in Carnia. Robetta.
In Friuli, terra di terremoti, è l’Orcolat a fare tremare la terra. Un essere gigantesco che si muove, salta, balla. E quando lo fa è talmente grande che la terra trema. In Italia centrale ha colpito duro l’Orcolat. I numeri non saranno forse quelli del Friuli o dell’Irpinia, perché la zona colpita è piccola e la popolazione non numerosa, ma da quello che si vede il colpo è duro. Il rapporto fra numero di persone nell’area e persone ferite, sotto le macerie, decedute probabilmente è quello dei grandi eventi. È quello che conta.
Non si fanno classifiche in termini di centinaia di morti, migliaia, o decine. Una vittima è già troppo. Una casa crollata è già troppo. Una famiglia sfollata (more…)