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Inaccettabile

gennaio 20, 2022

Non so quando sia cominciato tutto questo, ma è sicuro che noi umani, da lungo tempo, inventiamo storie più o meno fantasiose per sfuggire al terrore della realtà.

L’attuale pandemia di CoViD-19 mette bene in evidenza ciò che è utile per confermare la tesi: molti umani stanno inventando delle storie alternative a quella che con maggiore probabilità è vera. Esistono in natura i virus, nel replicarsi incorrono in errori che determinano mutazioni, per quanto siano improbabili le mutazioni che consentono un salto di specie, le replicazioni sono miliardi e questo fa sì che eventi molto improbabili accadano. È una proprietà delle probabilità. Se la probabilità che un evento accada è 0,000000001 (1 su un miliardo) e facciamo due miliardi di prove, l’evento accade? Potrebbe accadere 2 volte, oppure 0 volte, o anche 3. Ma se facciamo un numero enorme di prove, dividendo il numero di eventi per quello delle prove otterremo 0,000000001. E questo è terrificante, ci spaventa perché non sappiamo quando accadrà, possiamo solo sapere che non è impossibile e quanto sia probabile accada a ogni prova. Uno su un miliardo è poco? Non se tu sei lo sfortunato. È poco se parliamo di vincere la lotteria, ma ci fa paura se si tratta di ammalarsi in modo grave.

Le persone si spostano rapidamente sulla superficie della Terra, incontrano altre persone. I virus a trasmissione aerea si diffondono molto rapidamente in luoghi affollati. Non siamo in grado di prevedere l’insorgenza di una nuova malattia, non sappiamo quando comparirà un nuovo patogeno né che caratteristiche avrà. Non sappiamo se ci ammalaremo, se soffriremo molto, non sappiamo quando moriremo, anche se abbiamo la certezza che questo prima o poi accada. Questo quadro è terrificante!

La nostra mente, per evitare di subire gli effetti di tale consapevolezza, crea storie incredibili, che si trasformano in credibili (ai nostri occhi) proprio per proteggerci, per negare quel poco che sappiamo e ci spaventa tantissimo.

Molti sostengono che questa sia l’origine delle religioni e che il clero di ognuna di esse, indipendentemente da epoca e area in cui si trovasse, ne ha sempre approfittato per dominare, o indirizzare gli umani all’obbedienza. Pur essendo un credente, devo ammettere che la tesi degli atei, agnostici e anticlericali sia più che supportata da dati, ma allo stesso tempo è empirica e risponde alla stessa esigenza di inventare una storia confortante: se le religioni fossero solo superstizione e strumento di controllo psicologico , non esisterebbe alcun essere superiore col potere di giudicarci ed eventualmente punirci con eterne sofferenze, inoltre potremmo serenamente crearci una morale personale, che ammetta il perseguimento di obiettivi individuali a nostro piacimento.

Recenti ricerche suggeriscono che un importante sito protostorico al margine del rift del Mar Morto sia stato distrutto da un meteorite. Chi sopravvisse raccontò di avere assistito alla distruzione a causa del fuoco che cadde dal cielo. Era necessario individuare una causa comprensibile, qualcosa di gestibile ed evitabile. La spiegazione che gli uomini di allora dettero dell’evento è ben descritta nel Libro della Genesi.

“quand’ecco il Signore fece piovere dal cielo sopra Sòdoma e sopra Gomorra zolfo e fuoco proveniente dal Signore.” (Genesi 19:24)

Ecco che ci infiliamo in un groviglio logico. Gli abitanti della zona non sapevano cosa fosse un meteorite, quindi interpretarono la caduta di un oggetto a temperatura altissima come un gesto divino, assimilabile ad azioni che potrebbero essere compiute da umani, ma ad una scala enorme. Solo Dio avrebbe potuto generare un’onda d’urto e un aumento di temperatura così grandi. D’altro canto, gli atei tentano di negare la nostra incapacità di conoscere le cause prime degli eventi che osserviamo: l’attuale scienza riguarda il come accadano, non il perché. Nessuno può sapere, in base a osservazioni fatte seguendo il metodo scientifico, se esista una volontà suprema in grado di impostare la traiettoria di un meteorite in modo che l’interazione gravitazionale con altri corpi celesti lo faccia collidere con la Terra centrando l’area delle sponde del Mar Morto. Per evitare la paura di essere inceneriti a causa dell’immoralità dei nostri vicini di casa, è meglio negare l’esistenza di un Giudice supremo così potente e determinato. Spesso coloro che dichiarano di essere razionali e illuminati, spostano i meccanismi della superstizione nel campo scientifico, attribuendo alla scienza un ruolo che non ha e trasformandola in religione.

Ecco quindi perché chi non può capire come compaia un virus nuovo tenda a negarne l’esistenza o inventi teorie sulla sua creazione volontaria da parte di umani malvagi.

Vaccinati, poi?

luglio 18, 2021

Ho ricevuto la seconda dose di vaccino della Pfizer

Per un anno ci hanno ripetuto che la vaccinazione anti CoViD ci avrebbe liberati dalla malattia, basta zone, basta lockdown, basta disagi, morti e ogni altra turpitudine legata alla pandemia. In queste ore circolano già notizie di nuove limitazioni a causa dell’aumento dei contagi, per lo più da “variante Delta”. Noo, davvero?

Detto chiaro e in italiano: ci hanno illusi. Nessuno di coloro che abbiano seguito con profitto un corso di genetica, biologia molecolare ed epidemiologia ha creduto che questi vaccini avrebbero fatto certamente scomparire questo coronavirus.

Ma come! Tu non sei stato chiaramente proVax? Certo, lo sono, eccome! Ma non ho mai affermato: con la vaccinazione scomparirà la CoViD. Ho piuttosto omesso di spiegare perché un vaccino contro SARS-CoV-2 possa non essere “risolutivo”. L’ho fatto perché non so, come non lo sa nessuno, quanto saranno efficaci i vaccini che ci siamo fatti somministrare.

Se la vaccinazione riducesse la frequenza dei casi gravi, anche solo del 20%, direi che ne sia valsa la pena. Quello che sfugge, a gran parte di noi e (purtroppo) ai politici è la natura del problema. CoViD continuerà a uccidere, non solo chi ha “patologie pregresse”. Lo farà apparentemente a caso, in realtà perché ognuno di noi è diverso dagli altri e il virus provoca effetti differenti in ciascuno di noi. Come hanno fatto i vaccini. A mia madre lo Pfizer non ha fatto solletico, a me ha provocato febbre alla seconda dose.

Negli incidenti stradali muoiono ogni anno centinaia di persone che avevano allacciato regolarmente la cintura di sicurezza, su veicoli dotati di airbag, oppure indossavano un ottimo casco mentre viaggiavano su moto o scooter. Allo stesso modo, ci sono persone che praticano sport e seguono diete rigorose, che vengono colpite da infarto.

Basare la nostra risposta sul numero di positivi sintomatici sarebbe un errore o meno? Pensiamoci. Se un vaccinato, il cui Sistema Immunitario ha già una certa propensione a riconoscere SARS-CoV-2, sviluppa sintomi come febbre a 38°C e tosse, senza riduzione della concentrazione dell’ossigeno nel sangue o trombosi, la malattia è più che accettabile. Quel malato non dovrà essere ricoverato, non occuperà un posto in ospedale, non richiederà assistenza da parte di personale sanitario o terapie diverse da un trattamento dei sintomi con farmaci utilizzabili a casa.

La funzione della vaccinazione, in questo caso, è aumentare la frequenza dei malati con sintomi lievi. Se riusciremo, coi vaccini e facendo una “vita normale”, ad avere un numero di casi gravi molto inferiore alla capacità degli ospedali, potremmo decidere di aprire le gabbie.

L’errore di chi governa è stato consentire agli italiani di circolare e riunirsi a centinaia con una copertura vaccinale piuttosto bassa. Sarebbe stato accettabile se i vaccini rendessero immuni coloro che li ricevono, ma così non è.

Il problema è che un’enorme parte dell’Italia vive di turismo, accoglienza e ristorazione. Le misure di contenimento della pandemia hanno colpito un enorme numero di aziende e lavoratori, dunque famiglie. I nostri politicanti stanno parlando di un uso del Recovery Fund per realizzare grandi opere, una classica scelta italiana; ci aveva provato pure Mussolini. Arricchisce alcuni imprenditori, altera il mercato del lavoro per un paio d’anni, poi si torna peggio di prima. Invece di usare i fondi per fare sopravvivere chi ha veramente subito i più duri colpi della pandemia, i nostri governanti puntano a incrementare il PIL complessivo, pompando denaro su comparti dove è facile gonfiare il giro di affari, mentre trascurano il vero tessuto economico del Paese. Per gestire il nostro consenso, che é molto volatile, ci danno un contentino sotto forma di estate al mare. Finché durerà proverò a godermela senza pensare a quanto male si comportino Governo e opposizione, uniti in questa impresa già vista: danneggiare il Paese con tutti i cittadini.

Disinfezioni

Maggio 20, 2021
Disinfezione finale con UV naturali

L’uso delle mascherine per la prevenzione del contagio da SARS-CoV-2 è diventato un’abitudine. Usiamo le mascherine di tipo “chirurgico” per ridurre l’emissione di goccioline che potrebbero veicolare i virus dal nostro apparato respiratorio nell’aria circostante, oppure le mascherine filtranti tipo FFP2 per ridurre anche la probabilità che una gocciolina emessa da altri venga inalata e porti i virus dentro il nostro corpo.

Le mascherine vanno cambiate, perché si suppone che, da un lato o dall’altro, possano avere una certa quantità di virus sulla loro superficie. Più aria schermano o filtrano, più è probabile che i virus intercettati si muovano comunque e raggiungano l’obiettivo. Un’alternativa al cambio della mascherina è la sua disinfezione molto accurata. Come risulta efficace il lavaggio delle mani, lo è anche quello di ogni oggetto, mascherine comprese. Il SARS-CoV-2 è un virus ricoperto da membrana fosfolipidica, quindi dei tensioattivi (sapone e simili) la danneggiano irrimediabilmente. Un altro metodo è usare alcol etilico, la cui principale proprietà è quella di riuscire a indurre alterazioni non solo sulla membrana fosfolipidica, ma anche sulle proteine esposte (fra cui le famose spike). Un altro metodo per la disinfezione si basa sul fatto che i raggi ultravioletti (o UV) danneggiano gli acidi nucleici, compreso il RNA virale.

Come sappiamo bene gli UV solari possono danneggiare seriamente le nostre cellule, se non sono protette adeguatamente. Nel nostro caso sotto lo strato esterno della pelle c’è uno strato che contiene cellule con melanina. Chi è bianco come una mozzarella, come me, in mezz’ora al sole diventa rosso, ovvero manifesta i sintomi di un’infiammazione dovuta ai danni che gli UV provocano ai tessuti. Sappiamo anche che a volte va peggio e gli UV riescono a creare danni al nostro DNA tali da trasformare una cellula normale in una cellula tumorale. Nel caso del nostro dannato virus SARS-CoV-2 gli UV funzionano piuttosto bene e ne è prova il fatto che ogni primavera, sia 2020 che 2021, l’incidenza di CoViD-19 è calata rapidamente.

Quello che vedete in foto è un “trucco” che adotto per riutilizzare delle mascherine FFP2 che ho indossato per periodi di tempo brevi. Quella più vicina è stata indossata per mezz’ora, di cui venti minuti all’aperto in strada quasi deserta e 10 minuti nella struttura per i prelievi a tampone, dove ho incontrato solamente due sanitari che indossavano tutti i dispositivi atti a impedire scambi di virus. L’altra l’ho usata in totale per due ore, a più riprese, in situazioni meno ideali, ovvero al supermercato. Quando mi imbarcherò su un aereo mi vedranno estrarre platealmente una FFP2 nuova dalla sua busta sigillata, a cui dovrò sovrapporre una mascherina chirurgica perché il regolamento (secondo il personale di terra che ho incontrato finora) dice “chirurgica” e non aggiunge “o protezione superiore”. Io in un tubo chiuso con la semplice chirurgica non ci entro, anche perché non ho ancora ricevuto la vaccinazione completa.

Le mascherine vengono prima lavate utilizzando tensioattivi e disinfettanti. Al momento uso una miscela commerciale che viene proposta per disinfettare gli abiti e ridurre i cattivi odori. Contiene tensioattivi e una sostanza che libera ossigeno radicalico, ovvero ossida parecchio, un po’ come perossido di idrogeno (acqua ossigenata). Non è una soluzione specifica per i virus, in genere si usa per i batteri e i funghi, ma funziona anche sui virus perché danneggia la membrana e le proteine esposte. Dopo di che, espongo al sole le mascherine, che si asciugano e ricevono una dose di UV sufficiente a farmi assumere la colorazione di un gambero bollito.

Il limite delle 8 ore. Si sa che gran parte delle mascherine FFP2 hanno un limite di utilizzo temporale pari a 8 ore. In realtà si tratta di un limite convenzionale legato al fatto che sono dispositivi di protezione individuale usati sul lavoro, dove il turno completo è pari, appunto, a 8 ore. Nella realtà, come per tutti i filtri, la loro efficacia è legata a una serie di fattori che sono molto variabili, in base all’ambiente in cui ci troviamo e alle caratteristiche di ciò che vogliamo bloccare. Personalmente, disinfetto le FFP2 dopo ogni uso e comunque non le indosso per più di 6 ore complessive.

Il risultato di questo comportamento è che, toccando ferro, legno e gonadi, dopo 15 mesi di pandemia sono ancora negativo al test per SARS-CoV-2. Mi raccomando però, bisogna essere rigorosi nella gestione dei dispositivi di protezione, se si è poco disposti o inclini al rigore “da laboratorio”, è meglio buttare via tutto e usare una mascherina nuova.