Incoscienti nella storia

30 anni fa, nel giugno del 1991, iniziava uno dei capitoli più brutti della storia europea, io c’ero quasi finito in mezzo, ma non mi rendevo conto di nulla.

La Jugoslavija iniziava a sfasciarsi, con un processo che generò anni di guerre e riempì i balcani di dolore e fosse comuni.

Quando la Slovenija decise di lasciare la federazione jugoslava, dichiarando l’indipendenza il 25 giugno 1991, il governo centrale non la prese bene e tentò di usare la forza per mantenere il controllo dello Stato più ricco e industrializzato della Jugoslavija. Ne scaturì un breve conflitto, la così detta Guerra dei Dieci Giorni, la Desetdnevna vojna o osamosvojitvena vojna (guerra di indipendenza).

Una parte delle operazioni riguardò i posti di confine, che vennero dapprima presi dagli sloveni della Teritorialna Obrama (forze di difesa territoriale) e della Polizia, poi occupati dalla Jugoslovenska Narodna Armija (Armata Popolare Jugoslava).

Il giorno in cui iniziò tutto un amico e io, che non ascoltavamo la radio e non eravamo a conoscenza di quanto stesse accadendo, andammo a fare benzina a Lokev, un paese del Carso nei pressi del confine italiano (vi si arriva da Basovizza).
Stranamente al confine ci fecero passare. Solo gli “jugoslavi” dissero: andate a fare benzina e tornate subito indietro, fate presto eh!
Noi, splendidi ventenni storditi, pensammo: che frega a loro se facciamo presto o con calma!? E andammo a farci una birra. Avevamo pochi spiccioli, ma due Union da 0,50 in Jugo costavano quanto una 0,40 in Italia. Al bar sembravano tutti nervosi e molto stupiti dalla nostra presenza.

Al rientro notammo che gli sloveni avevano cambiato stranamente abbigliamento e armi, passando a mimetica e automatici. Ci lanciarono letteralmente verso l’Italia, dove degli allibiti Carabinieri ci chiesero che …zzo fossimo andati a fare. Eeeh, una gita. Rispondemmo beati.

La sera telefonai ai miei genitori, dalla solita cabina del telefono in Via Fabio Severo, quella che si trovava vicino a Scala Kandler. Mia madre, agitata, mi chiese: “Hai sentito che c’è la guerra?”

La rassicurai dicendo: ma no, figurati, ero oggi in Jugo a farmi una birra.

In Slovenija l’esercito federale jogoslavo rinunciò rapidamente e ripiegò verso Sud. Si disse che le truppe federali, non potendo più passare attraverso la Croazia, si fossero imbarcate nottetempo al porto di Monfalcone, per raggiungere il Montenegro e andare in guerra. Non ho mai saputo quanto queste dicerie fossero serie, ma è sicuro che le forze armate jugoslave non rimasero bloccate in Slovenija, paese che subì ostilità brevissime, ma andarono a combattere al fronte fra Serbia e Croazia, da dove iniziarono ad arrivarmi notizie da amici e conoscenti.

Noi tornammo presto a fare benzina, comprare sigarette e bere birre nella Slovenija indipendente, che appena possibile (ottobre 1991) si dotò di una propria moneta. Da qualche parte ho ancora i primi Tolar con stampato su un lato il Triglav.

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Una Risposta to “Incoscienti nella storia”

  1. Olga Says:

    L’ha ripubblicato su friulimosaicodilingue.

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