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Quanto vale il mio lavoro?

febbraio 22, 2024

Oggi ho predisposto due preventivi relativi a prestazioni di consulenza ambientale nell’ambito della progettazione di opere. In pratica, devo aiutare chi progetta e dirige i lavori a ridurre al minimo possibile gli impatti sugli ecosistemi entro cui verranno realizzate le opere. È un lavoro che fino a qualche anno fa, in Italia, non esisteva.

Il vantaggio di rivolgersi a dei professionisti del campo ambientale a mio parere risiede in due aspetti:
1. si elaborano progetti che impattano meno rispetto a quelli del passato, senza rinunciare a fare opere;
2. si aiuta chi progetta ed esegue a non incorrere in difficoltà che sorgono nel momento in cui si giunge alle necessarie procedure autorizzative, che comprendono valutazioni ambientali di vario livello e possono portare a una bocciatura o a prescrizioni non attuabili.

Ho pensato a quanto tempo mi servirà per svolgere il lavoro, quante riunioni dovrò fare con committenza e gruppo di progettazione, quanti sopralluoghi, quante volte mi chiameranno perché in corso d’opera qualcosa non va come previsto e bisogna cambiare modalità operative senza contraddire quello che è stabilito dai decreti autorizzativi. Ci ho pensato e, tenendo conto del fatto che ho molta esperienza in questo campo e negli ultimi 10 anni ho risolto tutti i problemi che sono capitati ai miei committenti, ho stabilito un prezzo per le mie prestazioni.

In questa fase, fin dal primo preventivo che formulai nel 1998, mi sembra di chiedere troppo. Eppure dovrei avere ormai esperienza anche in questi termini.
Innanzitutto ho imparato che, chi fa storie per i cento euro in più o in meno, poi sarà fonte di enormi problemi in corso d’opera; non vorrà seguire le indicazioni, farà le cose in modo sbrigativo e senza informarti, infine farsi pagare sarà l’esito di una battaglia lunga mesi.

Questa volta ho avuto l’opportunità di avere in mano il quadro economico dell’opera e ho scoperto che il mio preventivo è pari al 0,5% dell’importo previsto per la progettazione. Altro che troppo: è veramente pochissimo quello che ho chiesto!
Quando fai un preventivo, pensaci. A me capita di lavorare su progetti che sono sempre sopra il milione di Euro di importo opere e mi faccio problemi, ma non dovrei.

Paura di non avere più lavoro? Ma beata l’ora, se mi dicono di no! Mi sveglio alle 05:30 la mattina e lavoro fino alle 19:30 la sera almeno dal lunedì al venerdì, spesso lavoro anche un giorno nel fine settimana. Quando mi rifiutano un preventivo penso che a) si vede che non danno valore al mio lavoro ed è meglio non avere a che fare con loro; b) forse potrei avere un paio di giorni liberi di fila in un mese per passarli in santa pace con la donna che amo.

L’inutile

gennaio 21, 2021

Oggi ho interagito con persone appartenenti a diverse categorie e con idee differenti su come sia fatto il mondo, su come debba essere la società e quale sia il comportamento corretto da tenere per ciascuno di noi.

Non ti voglio annoiare con un resoconto. Sappi che ho trovato sgradevoli molte di queste interazioni.

Un collega due giorni fa mi ha detto “se scrivessi una cosa del genere poi non dormirei la notte”. Io nelle ultime due notti ho dormito per un totale di 7 ore. Non dormo in pace da circa dodici anni, a causa del lavoro.

A volte medito. Non penso, medito. Altre volte penso. Ecco cosa ho pensato oggi.

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Lavoro agile zoppo

gennaio 2, 2021
A partire da marzo 2020 siamo stati costretti ad ammettere che una parte rilevante del nostro lavoro si può svolgere senza uscire di casa. Mail, videocall, ecc. Il mio lavoro non ha subito alcun rallentamento, anzi, ha accelerato al punto da portarmi oltre l’orlo della crisi di nervi.
A gennaio 2021, c’è ancora gente per cui è ovvio che io sia in vacanza, perché mi trovo in Sardegna e non in Friuli. Immagino lo sgomento (o la rabbia) quando dirò loro che mi concederò dieci giorni di ferie per riprendermi da mesi di lavoro ininterrotto.
Il lavoro agile, chiamato anche smart working (ma smart significa intelligente), è tutt’altro che una novità. Considerate che il mio studio ha sede nell’appartamento in cui vivo dal 2013. L’unico problema che avevo, fino a marzo 2020, era quello delle riunioni: non potevo ospitare riunioni perché il mio studio è una stanza adeguatamente grande per ospitare una postazione di lavoro, ma inadatto a riunire 4 persone attorno a un tavolo. Tutto il lavoro di analisi dei campioni lo svolgo in uno spazio appositamente creato a casa di mia madre, dove c’è ancora lo studio di mio padre (architetto) inutilizzato e spazio per un banco da biologo. La gran parte del lavoro “pratico” per me si svolge fuori dallo studio. Nel 2020 ho guidato per circa 12.000 km per lavoro. Ho lavorato fuori studio in media in 18 giorni al mese in marzo, maggio, giugno, agosto, settembre, novembre, per 10 giorni al mese negli altri mesi. In media ho lavorato in 24 giorni ogni mese, con una punta di 29 giorni a dicembre. Si, nel dicembre 2020 sono rimasto del tutto inattivo solo il 20 e il 25.
Dall’inizio di marzo 2020 al 31/12 ho preso parte a 122 riunioni di lavoro in remoto. A una decina di queste ho partecipato mentre mi trovavo fuori dallo studio, mentre ero in treno o in auto (e qualcun altro guidava).

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